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Giro d'Italia Letterario 17 agosto: a Bari con Carofiglio, Né qui né altrove , storie cariche di sentimenti

Previous: Roma sparita. 23-24 giugno – La notte delle streghe a San Giovanni. Articolo di Francesco Bonesi . – La notte delle streghe a San Giovanni. 24 giugno è la festa di San Giovanni Battista, patrono di Roma..La festa aveva inizio la notte precedente, il 23 giugno, la famosa « notte delle streghe».Religione e superstizione si intrecciavano in questo ricorrenza molto sentita dal popolo romano.La notte più breve dell’anno fra il 23 e il 24 giugno è la notte più breve dell’anno, in quanto comincia l’estate, Il solstizio d’estate il sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva rispetto all’equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso. Tutte le leggende si basano su questo evento considerato magico e sacro nelle tradizioni precristiane ed ancora oggi viene celebrato dalla religiosità popolare con una festa.La notte delle stregheSecondo le tradizioni popolari, si credeva che le streghe in quella notte magicasi dessero appuntamento nei pressi della basilica per un grande Sabba eandassero in giro per la città a catturare le anime. Le streghe venivano chiamate a raccolta dai fantasmi di Erodiade e Salomè, dannate per aver causato la decapitazione di san Giovanni.Le donne protagoniste della festaPorta san Giovanni verso via Appia Nuova(incisione di G.B. Piranesi, 1748)E in passato le vere protagoniste della festa erano le donne, spesso vestite con abiti maschili che, in quanto colpevoli del martirio del santo, non potevano entrare nella basilica e si fermavano davanti alla chiesa provocando gli uomini e chiedendo loro una “mancia“.Per tenere lontane le stregheCuriosando nei testi di Giggi Zanasso. Durante quella notte magica, venivano fattifalò per tenere lontano il male. Parecchi poi erano i rituali seguiti contro le streghe.Per non farle entrare in casa, fuori delle porte, prima di uscire a festeggiare, si metteva la scopa e il barattolo del sale, oppure due scope messe in croce..E le comari di Roma sparita raccontavano che se la strega voleva entrare doveva prima contare tutti gli zeppi della scopa o i grani del sale. E se sbagliava doveva ricominciare da capo!!Vasi, Basilica di San Giovanni (sec. XVIII)Vasi, Basilica di San Giovanni (sec. XVIII)Anche la croce era un elemento che spaventava le streghe, che in alternativa utilizzavano la cappa del camino.. e allora anche qui si faceva la croce con le molle e la paletta incrociate, oppure si otturava.La paura delle streghe era infatti tanta.. e così insieme a lanterne e torce,il popolo si portava dietro bastoni fatti a forcina, scope, teste d’aglio e quelli che potevano si profumavano con la spighetta cor garofoletto.Prima della festa, si andava in parrocchia a prendere una bocciad’acqua santa appena preparata: perchè ai tempi di Roma sparita l’acqua santa aveva una scadenza: quella stantia non era più buona !!Con quest’acqua, prima di uscire da casa ci si doveva benedire i letti, la porta e la casa stessa. Prima di dormire poi si diceva due volte il Credo, e ogni parola si doveva replicare per due volte.Io credo, io credo, in Dio padre, in Dio padre, ecc., e così per le altre preghiere…Roma nell'Ottocento - venditori di lumache a piazza san GiovanniRoma nell’Ottocento – venditori di lumachea piazza san GiovanniQuesto doppio credo era veramente il massimo per tenere lontane le streghe.La festa a piazza San Giovanna in LateranoChe la festa cominci. Si partiva in massa da tutti i rioni di Roma, al lume di torce e lanterne, per arrivare a San Giovanni in Laterano per pregare il santo ma anche per mangiare le lumache nelle osterie e nei baracchini allestiti sulla piazza appositamente per questa festa.Le lumache avevano infatti un significato simbolico, poichè le loro corna rappresentavano discordie e preoccupazioni, quindi mangiarle significava distruggere le avversità.E a proposito delle lumache …c’era anche chi se le portava cucinate da casa, perchè non si fidava dello spurgo che facevano gli osti romani.Come di consueto nelle osterie di Roma sparita, si serviva anche solo il vino e il cibo veniva cucinato in casa (chi non conosce le famose fraschette dei Castelli romani).Al tempo di Zanazzo, il giorno di san Giovanni si usava fare un pranzo fra i parenti, con i compari e le commari anche per fare in modo che se c’era un po’ di ruggine fra di loro, potessero rifare pace con una buona mangiata di lumache.Altro posto citato da Zanazzo era fuori porta san Giovanni, nei pressi della fonte dell’Acqua santa sulla via Appia, alla Salita degli Spiriti,l’osteria delle Streghe dove si andava a cenare. E la cena spesso finiva con pesanti litigi, in quanto gli osti riciclavano gusci di lumaca, cioè gusci vuoti, il cui contenuto era stato già mangiato dai clienti venuti prima…E.F.Roesler, L'alba alla festa di san Giovanni.E.F.Roesler, L’alba alla festa di san Giovanni.Così l’ imponente piazza San Giovanni si riempiva di tantissima gente, si mangiava e si beveva in abbondanza e soprattutto tanto rumore invadeva questi luoghi: trombe, trombette, campanacci, tamburelli e petardi di ogni tipo venivano suonati per impaurire le streghe, affinché non potessero cogliere le erbe utilizzate per i loro incantesimi.Tutto ciò costituiva un problema per l’ordine pubblico e così le autorità vietarono spesso di andare nei luoghi disabitati (ad es. Monte Testaccio) mentre, veniva consentito il bagno al Tevere, per le proprietà taumaturgiche date dal santo alle acqueTutto questo baccano durava fino all’alba. Allora la festa si concludeva, quando dopo lo sparo del cannone di Castello, il papa si recava a San Giovanni per celebrare la messa, e dalla loggia della basilica gettava monete d’oro e d’argento, scatenando così la folla presente
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INIZIATIVA  DI LETTURA
 UN' ALTRA TAPPA,  BARI  CI ATTENDE...
 
Gianrico Carofiglio
Né qui né altrove
Una notte a Bari
“Contromano”,
Laterza, 2008 


Cos'è l'amicizia, per l'autore:" L'importante tra amici non è quello che si dice ma quello che non c'è bisogno di dire"

In Né qui né altrovelo scrittore traccia  una mappa degli affetti ispirata dai compagni di liceo a Bari. L’idea originale di Gianrico Carofiglio era quella di redigere, attraverso la spinta della rimpatriata notturna, una specie di guida per raccontare la città, com’era e com’è, descrivere in modo ironico luoghi, locali, sapori baresi… Ma durante la stesura - ha affermato lo stesso autore - "i personaggi e i sentimenti hanno preso il sopravvento e la guida si è trasformata in un racconto sull’amicizia, sui ricordi di una vita, sullo spaesamento" divenendo l’opera più autobiografica e intimista scritta sino ad oggi dal papà dell’avvocato Guido Guerrieri e del filone legal thriller italiano. 
Storia di un'amicizia al maschile che attraversa il tempo e pone i protagonisti di fronte all'esigenza di archiviare un modo d'essere. Darsi l'uno all'altro con verità e con quella parte di dolore che l'esercizio della verità comporta.

"Mi chiesi quali altre cose su me stesso stavo per imparare" riflette l'io narrante, dopo che l'amico Paolo Morelli gli ha appena detto che, terminata la notte trascorsa ad attraversare la Bari della giovinezza e dei ricordi comuni, non si rivedranno mai più. 

"Perché, a parte il fatto che io non ho nessuna voglia di vederti di nuovo, ti informo che esiste la tristezza, esiste l'infelicità, le cose finiscono, si invecchia, ci si ammala e si muore. E ho una notizia: capiterà anche a te".


Superato l'incipit dei primi capitoli,la città DEVE  farsi da parte,  ritornare a essere il contenitore dei sentimenti. Anche  quello dell'amore, forse per la prima volta così dichiaratamente evocato da Carofiglio nelle sue pagine. 
"Ti amo. Sono un idiota ma ti amo". Anche l'io narrante, in molti tratti e circostanze combaciante con l'autore, ha un segreto di cui liberarsi. E la sua dichiarazione d'amore è per la ragazza francese lasciata andar via insieme con i sogni di un'esistenza diversa, avventurosa, in quell'altrove sconosciuto che dà il titolo al romanzo.
Ma Carofiglio nello scorrere della trama ammonisce: "Chi lo sa quanto i nostri ricordi dipendono dal ricordo e quanto invece dalla fantasia e dal nostro bisogno di confortarci. Con le bugie, con le illusioni, con le storie. Ma forse questo riguardava solo me".

ALTRI CONTRIBUTI




....Bari  vista anche dalla prospettiva gastronomica della focaccia
IN   Sulla mia scrivaniaPaola Borraccino così:"Sembra scritto sulla scorta della consapevolezza che ormai il pubblico compri qualunque cosa sia firmata col marchio di fabbrica Gianrico Carofiglio.."


In LIBRI DA LEGGERE  ..un libro veramente bello, che si fa leggere tutto d’un fiato, che si abbandona a fatica e nel quale si finisce inevitabilmente per ritrovare qualcosa del proprio vissuto, alcune sensazioni e pensieri che prima o poi ci hanno occupato la mente
 


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